UN PO’ DI STORIA. Non sembrerebbe eppure la storia degli stabilimenti balneari a Milazzo viene da molto lontano, inizia addirittura alla fine dell’800. Il mare dove i cittadini di Milazzo all’epoca si “bagnavano” non era quello di ponente come si è portati a credere, ma quello di Levante. La foto degli inizi del ‘900 dei “Bagni Vittoria” che sorgevano di fronte alla vecchia stazione ferroviaria oltre a rappresentare un documento storico sul passato della città conferma che le prime iniziative per la fruizione organizzata del mare si svilupparono a Levante.
Ponente era difficile da raggiungere per l’assenza di strade come mostra la foto di fine ‘800 nella quale si apprezza uno stretto viottolo che corre lungo il litorale di ponente tra arbusti e fichi d’india. Anche la tonnara del Tono era raggiungibile solo attraverso un sentiero a stento percorribile da bestie da soma e carri. Racconti tramandati da generazioni e di cui rimangono solitarie testimonianze (racconto di Nino Russo) narrano che durante l’Estate i pescatori di Vaccarella, in particolare quelli che possedevano le barche più grandi, avuta certezza del periodo di “calmaria” erano soliti trasferirsi a ponente con tutti i familiari. Caricavano a bordo alcune provviste, poche suppellettili per cucinare e delle rudimentali tende che piantavano sulla spiaggia per ripararsi dal sole e per la notte; partivano al calar della sera doppiavano il capo dopo aver remato per molte ore. Approdavano nei pressi della ‘ngonia dove potevano prendere l’acqua al pozzo della Chiesa del Tono e si fermavano per qualche settimana. Barattavano il pesce con i prodotti della terra dei contadini del Tono. Animavano la spiaggia di giorno e di notte con questi rudimentali accampamenti che rappresentavano pur sempre momenti di svago per famiglie costrette spesso ai limiti dell’indigenza.
Oggi lungo il litorale di ponente sorgono diversi lidi dotati di numerosi servizi per la fruizione del mare. Lo sviluppo degli anni recenti è stato in parte accelerato dalle modifiche intervenute a livello di legislazione regionale, normativa che oggi consente di non limitare l’offerta solo a ombrelloni, cabine, lettini e noleggio di pedalò e canoe ma di estenderla anche a servizi di bar, ristorazione, intrattenimento serale che possono svolgersi tutto l’anno superando il limite della stagionalità. A ponente di strutture tra grandi e piccole se ne contano ben otto, con una offerta che è in grado di soddisfare tutte le esigenze. Una crescita che ha subito una decisa accelerazione specie nell’ultimo decennio e che alimenta un consistente movimento di presenze turistiche connesse all’eccellente livello di balneabilità del mare.
Purtroppo non esiste più il “Lido La Pineta”, (vedi foto in alto degli anni 70) per decenni condotto dalla famiglia Formica, ritrovo per diverse generazioni della Milazzo degli anni ‘60 e ‘70. Fu la prima struttura ad essere realizzata lungo la riviera di ponente e offriva oltre al servizio di lido, con cabine e bar, anche l’attività di ristorazione poi estesa anche alla disco-music. Rimangono i ruderi della vecchia struttura in attesa che l’area possa tornare agli antichi splendori.
I primi dati ufficiali sull’esistenza a Milazzo di “Bagni” intesi come stabilimenti balneari risalgono al 1896 e riguardano le ditte La Torre E Maiorana e Luigi Miranda (così riportate nelle statistiche del Regno d’Italia). La spiaggia prediletta a quei tempi era quella compresa tra l’odierno Lido Azzurro e l’area antistante la vecchia stazione ferroviaria. La famiglia La Torre-Maiorana gestiva i Bagni Vittoria, una struttura su palafitte che dalla documentazione fotografica appare elegante ed in grado di soddisfare le esigenze di quei tempi. Quel tratto di mare rimase il più gettonato fino agli anni 60, era la spiaggia prediletta dai milazzesi e spinse verso la costruzione del Lido Azzurro in zona Acqueviola.
La stessa Marina Garibaldi, come si evince dalla foto del 1094 (in alto), ospitava un lido realizzato su palafitte che fungeva anche da balera. Nelle ore serali delle estati dei primi del ‘900 orchestrine e i primi grammofoni diffondevano note e canzonette e questo costituiva un vanto per la città. La febbre per i “bagni” contagiò i migliori e più illuminati imprenditori di Milazzo, tra questi l’eclettico e geniale Stefano Trifiletti (realizzò il Teatro Comunale ultimato nel 1912), all’epoca già titolare di alcune strutture alberghiere cittadine e di altre molteplici attività.
Stefano Trifiletti pensò bene di adattare l’edificio un tempo deposito e magazzino delle attività del padre che sorgeva nella zona portuale di levante realizzando l’Hotel Agrippa con annesso servizio di bagni. Secondo il Piano di utilizzo delle Aree del Demanio Marittimo della Città di Milazzo a Levante potrebbero sorgere alcune nuove iniziative balneari (Croce di mare), due rotonde sul mare e un nuovo approdo turistico; insomma una specie di amarcord tra la città e il suo mare di Levante.
Pino Privitera
Un pezzo di storia che esalta la vocazione turistica dell’impreditoria Milazzese e la predisposizione naturale di una città spesso rilegata ingiustamente ad area industriale per l’arricchimento di latifondisti senza scrupoli.
I veri imprenditori milazzesi che hanno valorizzato la riviera di levante oltre la città . Fino la fine degli anni 60 la litoranea di ponente era tutto una montagna di terra e le stradine erano fatte apposta per arrivare in spiaggia.