UN PO’ DI STORIA. L’andar per mare nei secoli passati era ben altra cosa rispetto ai nostri tempi. Era un viaggio pieno di insidie e pericoli. Nei porti, negli approdi erano poche le cose che non dovevano mancare: la prima era una chiesa, anche piccola, a seguire la possibilità di rifornirsi d’acqua. Fede e devozione accomunavano marinai e capitani e, appena scesi a terra, entravano in chiesa per ringraziare per lo scampato pericolo.
L’altro elemento necessario era l’acqua e il “Pozzo di Milazzo” ubicato poco distante (tra la via del Sole e la Via Ten. La Rosa) era famoso tra i naviganti sin dall’antichità. La Chiesa della Madonna del Porto o di Santa Maria del Porto era ubicata tra la via Umberto I° e la Via S.Agostino (dietro la Farmacia Alioto) e secondo alcuni documenti risaliva all’epoca normanna. La chiesa (distrutta da un bombardamento nel 1943) si trovava quasi sulla riva del mare prima che venisse realizzato il ricolmamento di Piazza Caio Duilio e di via Francesco Crispi.
Il porto di Milazzo, fino alla seconda metà dell’800, era una insenatura naturale il cui seno era rappresentato dall’attuale Piano Baele e dalla Piazza del Carmine.
Il porto di Milazzo, fino all’assetto attuale concretizzatosi a partire dalla seconda metà dell’800, era una insenatura naturale il cui seno era rappresentato dall’attuale Piano Baele e dalla Piazza del Carmine. Decine di feluche, tartane e altre vele da carico trovavano posto in questa rada naturale come affermato dal Fazello nel 1558 nel suo “De Rebus Siculis decades duae” che a proposito di Milazzo e del suo porto affermò “Portum praeterea habet et insignem et navium capacissimum”. Il portolano – riprodotto nella foto in alto, redatto da Joseph Roux, idrografo francese di Marsiglia, pubblicato nel 1764 sotto il titolo di “Plane de Melazzo” – evidenzia tutti i punti di ancoraggio posti a Levante e il fanale del Capo di Milazzo.
Il padre francescano Francesco Napoli nelle “Memorie della Città di Milazzo”, scritte probabilmente verso la metà del XVII secolo, così li colloca “poco discosto dal Pozzo Maggiore vi è la Chiesa di Nostra Signora di Porto Salvo, nel 1578 prese il nome di Sant’Agostino, perchè per quel tempo fu stanza dei Padri di Sant’Agostino”. Vi è da dire che il culto della Madonna di Porto Salvo nei secoli passati era molto diffuso nelle città di mare; chiese sul mare hanno Messina (Porto Salvo dei Marinai), S.Teresa Riva, Lipari, Bagnara Calabra e addirittura nel caso di Melito Porto Salvo il centro urbano si è sviluppato intorno all’edificio religioso fino a connotarne il nome.
PINO PRIVITERA