UN PO’ DI STORIA. Secondo il Repertorio Storico-Etimologico dei nomi di luogo della Sicilia (Caracausi, 1993) il toponimo Milazzo ha avuto varie vicissitudini. Dall’originario Ϻυλάς di impianto greco, poi evoluto in Μυλαί (gran rocca), corretto in Milα̅s da Edrisi, si passò al toponimo latino di Milacium poi divenuto Milatium e infine Melacium. In epoca romana si affermò Milae e successivamente quello medioevale di Melazzo (1681 N.S. d’Abbeville) tenuto in vita durante tutta la dominazione spagnola e fino all’età borbonica. Giuseppe La Rosa Coppolino nel suo scritto redatto alla fine del XVIII secolo vi aggiunse quello di Mile e di Mila, che l’autore attribuisce a Plinio e Silio Italico. Di grande utilità si rivela il percorso del toponimo Milazzo nel corso della evoluzione cartografica della Sicilia. Delle nuove conoscenze che si acquisivano attraverso viaggiatori, rilevatori, disegnatori e stampatori la cartografia divenne la naturale trasposizione.
Milazzo, come toponimo è già presente nella cartografia della Sicilia sin dal 1575, diventa Myle in una successiva carta edita a Colonia nel 1584.
Milazzo, come toponimo è già presente nella cartografia della Sicilia sin dal 1575, diventa Myle in una successiva carta edita a Colonia nel 1584. E’ addirittura un caso di evidente errore tipografico quello del toponimo MILLAZZO riportato nel 1712 contrapposto a quello di MILAZO indicato dal Mercatore nel 1589, fino a quello di MYLE utilizzato dal Cluverio nel 1624.
In queste e in altre rese cartografiche Milazzo viene sempre riportata come una delle città costiere più importanti della Sicilia, sia dal punto di vista militare che sotto il profilo strategico per il porto naturale di cui era dotata. Tommaso Fazello già nel 1558 l’aveva definita “una delle marittime della Sicilia, munitissima pei forti, pel sito, per l’artifizio…con porto, insigne e capacissimo di navigli” Si arriva così alla carta redatta da Zuccagni-Orlandini, edita nel 1844-1845, che rappresenta già una Sicilia moderna e dove, probabilmente per la prima volta, si nota S.Pietro Spadafora come nome proprio di un luogo.
Il dettaglio della carta indica la Provincia di Messina suddivisa in 4 distretti con 27 circondari e 96 comuni. Il Comune di “Spatafora S. Petru” è riportato anche nell’appendice “geografico-statistico” allegata al Nuovo Dizionario Siciliano-Italiano di V. Mortillaro, Marchese di Villarena, (Palermo,1853) tra quelli ricadenti nel Circondario di Milazzo “da cui dista 2 miglia, con 576 abitanti ed esteso per 29 salme”. L’abitato di S.Pietro aveva comunque origini che risalivano al XVIII secolo. Sono infatti dei primi decenni del 1700 le fonti che lo indicano come originaria baronia di Muzio Spadafora. Fu tuttavia Guttero (Gualtiero) Spadafora ad ottenere nel 1737 “col diritto di spada il privilegio di congregar gente nel suo territorio di San Pietro…”. Nel suo Dizionario Topografico della Sicilia (circa 1750) l’Abate benedettino Vito Maria Amico gli attribuisce 137 anime, che secondo altre fonti nel 1798 salgono già a 263.
Sempre per quanto riguarda il territorio di Milazzo alcune località vengono sistematicamente riportate per secoli; si tratta di “S.Basilio” (1696 e 1702), cui si aggiunge nel 1704 “La trinità” al Capo di Milazzo. Nella carta dell’inglese J.Senex del 1721, riprodotta in foto, si notano per la prima volta tutti insieme i nomi di San Basilio, Santa Maria (Santa Marina) nella piana e S.Teodoro, La Trinità, San Nicolò tutti al Capo. Ritornando a S.Pietro Spadafora (secondo alcune fonti comune sin dal 1812) la sua autonomia si concluse con il R.D. n.5047 del 14 Agosto 1879 (riprodotto) che, “a cominciare dal 1 Gennaio 1880”, ne sancì la soppressione. Riporto come pura curiosità storica che, nel manuale completo Siciliano-Italiano, “corredato di una breve grammatica per gl’italiani” di Giuseppe Biundi, edito a Palermo nel 1856, nell’appendice dedicata ai “nomi di città, fiumi, villaggi e altri luoghi rimarchevoli” è menzionata la località Grazia come “comune aggregato a Melazzo”. Il Biundi ha probabilmente ripreso quanto riportato dal Mortillaro che già nel 1853, nel vocabolario prima citato, aveva indicato “Gra’zia” come comune aggregato a Melazzo.
Sempre il Mortillaro “aggrega a Milazzo il casale di Basicò. Si tratta di un riferimento errato o di un errore di stampa considerata la distanza tra l’odierno comune di Basicò e Milazzo; l’ipotesi verosimile e che il legame con Milazzo riguardasse il casale della contrada San Basilio.
Pino Privitera