La Commissione Nazionale Unesco ha pubblicato sul proprio sito lo studio di una giovane studentessa di Castell’Umberto. Si chiama Rosy Cassarà Scurria ed ha 13 anni. Rosy mesi fa aveva scritto alla Commissione chiedendo di inserire il centro nebroideo nel Patrimonio Unesco («Sto facendo tutto questo per valorizzarlo, perché credo che sia ricco di storia, cultura e voglio che si tengano vive le tradizioni», aveva precisato). Naturalmente l’iter burocratico è complesso e prevede il coinvolgimento delle istituzioni locali ma la Commissione Unesco è rimasta talmente colpita dall’entusiasmo di questa tredicenne che ha deciso di incoraggiare il suo interesse verso l’Unesco, proponendole la stesura di un suo personale “dossier di candidatura”, non ufficiale, sul patrimonio in cambio della pubblicazione.
Rosy, che frequenta la terza media l’Istituto Comprensivo di Castell’Umberto diretto da Maria Miceli (in passato docente all’Istituto Impallomeni di Milazzo) non si è tirata indietro.
«Oggi con molta gioia paghiamo il nostro debito verso questa giovane e brillante studiosa – si legge su Unesco.it – pubblicando il lavoro che lei, con impegno e competenza, ha coordinato, coinvolgendo nel progetto compagni di classe e insegnanti. Il dossier di Rosy, che potrete apprezzare cliccando qui, è curato sia nei contenuti che nella forma e arricchito da splendidi disegni e fotografie; inoltre è dotato di un piccolo apparato bibliografico e sitografico. Soprattutto, questo lavoro coinvolge giovani e comunità nella sensibilizzazione e conservazione del patrimonio, temi basilari dell’azione dell’UNESCO, che promuove l’educazione alla bellezza e alla difesa della diversità culturale per creare cittadini consapevoli e capaci di costruire un mondo di pace e di fratellanza tra gli uomini».
“Questo progetto trova origine a scuola, quando l’insegnante di arte ci ha parlato dell’UNESCO” – scrive Rosy nella premessa al “dossier”, e prosegue: “la cultura e l’arte devono essere riconosciute nella loro bellezza, solo così diventeranno identificative di un luogo, perché rappresentano ciò che ci hanno lasciato i nostri antenati e ciò che noi saremo in grado di preservare, coltivare, curare e trasmettere.”
Dall’Unesco giungono i complimenti a lei, ai suoi compagni di classe e alle professoresse Piera Guidara e Sarina Battagliola, «che hanno incoraggiato e sostenuto l’interesse dei loro allievi nei confronti della salvaguardia del patrimonio culturale e naturale del loro paese».