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domenica, 8 Settembre 2024

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Milazzo, nell’800 a vigilare sui marinai c’era la Madonna di Porto Salvo

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UN PO’ DI STORIA. L’andar per mare nei secoli passati era ben altra cosa rispetto ai nostri tempi. Era un viaggio pieno di insidie e pericoli.  Nei porti, negli approdi erano poche le cose che non dovevano mancare: la prima era una chiesa, anche piccola, a seguire la  possibilità di rifornirsi d’acqua. Fede e devozione accomunavano marinai  e  capitani e, appena scesi a terra,  entravano  in chiesa per ringraziare per lo scampato pericolo.   

L’altro elemento necessario  era l’acqua e il “Pozzo di Milazzo”  ubicato poco distante (tra la via del Sole e la Via Ten. La Rosa) era famoso tra  i naviganti sin dall’antichità. La Chiesa della Madonna del Porto o di Santa Maria del Porto era ubicata tra la via Umberto I° e la Via S.Agostino  (dietro la Farmacia Alioto)  e secondo alcuni documenti  risaliva all’epoca normanna.  La chiesa  (distrutta da un bombardamento nel 1943)  si trovava  quasi sulla riva del mare prima che venisse realizzato  il ricolmamento di Piazza Caio Duilio e di via Francesco Crispi.  

Il porto di Milazzo, fino alla seconda metà  dell’800,  era una insenatura naturale il cui seno era rappresentato dall’attuale Piano Baele e dalla Piazza del Carmine.

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Il porto di Milazzo, fino all’assetto attuale concretizzatosi a partire dalla seconda metà  dell’800,  era una insenatura naturale il cui seno era rappresentato dall’attuale Piano Baele e dalla Piazza del Carmine.  Decine di  feluche, tartane e  altre vele da carico trovavano posto in questa rada naturale come affermato dal Fazello nel 1558 nel suo  “De Rebus Siculis  decades duae”  che a proposito di  Milazzo e del suo porto  affermò  “Portum praeterea habet  et insignem et navium capacissimum”.   Il portolano  – riprodotto nella foto in alto,  redatto da Joseph Roux, idrografo francese di Marsiglia, pubblicato nel 1764 sotto il titolo di  “Plane de Melazzo” –  evidenzia tutti i punti  di ancoraggio posti a  Levante  e il fanale del Capo di Milazzo.

Il padre francescano Francesco Napoli nelle “Memorie della Città di Milazzo”, scritte probabilmente verso la metà del  XVII secolo, così li colloca “poco discosto dal Pozzo Maggiore vi è la Chiesa di Nostra Signora di Porto Salvo, nel 1578 prese il nome di Sant’Agostino, perchè per quel tempo  fu stanza dei Padri di Sant’Agostino”. Vi è da dire che il culto della Madonna di Porto Salvo nei secoli passati era molto diffuso nelle città di mare;  chiese sul mare  hanno  Messina (Porto Salvo dei Marinai), S.Teresa Riva, Lipari, Bagnara Calabra e addirittura nel caso di Melito Porto Salvo il centro urbano si è sviluppato  intorno all’edificio religioso fino a connotarne il nome.

PINO PRIVITERA

Stralcio dello Stradario Storico della Città di Milazzo, 1987 redatto da Nino Micale

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