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lunedì, 16 Settembre 2024

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Milazzo, il successo delle conserve De Col che nel 1878 sbarcarono all’Esposizione Universale dell’Industria di Parigi

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UN PO’ DI STORIA. Forse nessuno  potrà mai chiarire i motivi che spinsero il ventiduenne Giuseppe De Col ad avviare nel 1862 una attività commerciale a Milazzo. Nato a Udine nel 1840  fu  un uomo  coraggioso, intraprendente e audace nelle scelte, partecipò alle campagne risorgimentali  probabilmente anche a quelle garibaldine.

Giuseppe De Col (per gentile concessione del dr. Massimo Tricamo)

Nel 1862 anche a Milazzo l’Italia post-unitaria muoveva i primi passi tra mille difficoltà collegate al tumultuoso tramonto dello stato borbonico e  alla nascita del Regno d’Italia di cui nei primi mesi nessuno spesso avvertiva la concreta presenza. I De Col, antica famiglia friulana sparsa tra le province di Udine e Belluno, si erano trasferiti a Milazzo attratti dalle potenzialità commerciali che la piccola cittadina e il suo territorio potevano offrire.  Una pubblicità commissionata dalla DE COL & C. negli ultimi decenni dell’800 conferma che l’inizio dell’attività avvenne  nel 1862, in principio limitata alla “esportazione di vini naturali, bianchi, rossi e da taglio”.  I De Col ebbero uno dei primi  magazzini  di deposito nella banchina del Molo Marullo. Fornivano  “fusti (botti)  in legno per deposito e per transito” (cfr. foto allegata). Milazzo, città di mare, crocevia di nascenti traffici mercantili,  aveva una grande tradizione nella salagione del pesce ma i tempi stavano cambiando. Il porto di Milazzo nell’anno 1861 aveva registrato un movimento di 1157 bastimenti tra grandi e piccoli che lo collocava subito dopo gli approdi di Palermo, Messina e Trapani; i residenti censiti al 31 Dicembre del 1861 ammontavano  a 10.828.

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Nel 1878  Giuseppe De Col fece il grande passo partecipando  con i propri prodotti  all’Esposizione Universale  dell’Industria che si tenne a Parigi

De Col viaggiò molto in Europa, specie in Francia,  cercando di capire soprattutto se i collaudati metodi francesi nella conservazione dei prodotti ittici e agricoli potessero essere utilizzati anche a Milazzo. Erano gli anni in cui  con l’avvento prima del barattolo di vetro e poi della scatoletta a banda stagnata il mercato della conservazione degli alimenti  venne rivoluzionato. La svolta avvenne inizialmente in  Francia nella zona di Nantes dove subito dopo il 1860 si sviluppò, nel trattamento delle sardine,  un nuovo metodo basato “sulla concia all’olio sostituendo l’ordinario e più rozzo metodo di salatura”.  Il cosiddetto metodo di Nantes  scatenò una vera corsa nel campo delle conserve alimentari; i francesi importavano l’olio dalla Puglia e De Col ebbe la felice intuizione di realizzare il ciclo completo della conservazione alimentare a Milazzo dove abbondavano sia il pesce (acciughe, sarde, tonno), che le produzioni agricole;  l’olio non mancava tanto da essere esportato già in tutta Europa. Con il suo stabilimento industriale che iniziò ad operare intorno al 1870  DE COL  divenne  pioniere delle conserve alimentari, specie in quella del “pesce all’olio e al sale”. Altri seguirono il suo esempio in tutta la Sicilia; nel frattempo la popolazione di Milazzo nel decennio dal 1861 al 1871 era cresciuta di molto raggiungendo i 12.841 abitanti e il porto  disponeva già delle prime banchine  per la movimentazione delle merci la cui costruzione era stata avviata in epoca borbonica grazie al milazzese Giovanni Cassisi che per lungo tempo era stato Ministro per gli Affari di Sicilia. 

Nel 1878  Giuseppe De Col fece il grande passo partecipando  con i propri prodotti  all’Esposizione Universale  dell’Industria che si tenne a Parigi

Nel 1878  Giuseppe De Col fece il grande passo partecipando  con i propri prodotti  all’Esposizione Universale dell’Industria che si tenne a Parigi da Maggio a Ottobre e che vide la partecipazione di  36 nazioni.  Attrezzò un  banco espositivo concapperi, fagiuolini, piselli e frutti in aceto, salsa di pomodoro e pesci in olio”. Giunse il successo, i guadagni, la fama che  proiettò la DE COL & C. tra le maggiori realtà  del settore conserviero in Italia (cfr. foto del Padiglione dell’Esposizione Universale dove DE COL espose le produzioni dell’azienda).  Il Bollettino nazionale delle notizie commerciali dell’anno 1882così riporta: “In Milazzo … la fabbrica dei signori De Col e Compagni per la preparazione in conserva di sostanze alimentari … in tutta la provincia e forse nell’intiera Sicilia non hanno eguali…” .

La Gazzetta di Messina del 13 Luglio 1893 così celebrava  i successi di DE COL: “In Messina, a Milazzo, a Patti e Oliveri si mette sott’olio il tonno, il biso, l’alalunga ed anche il pesce spada. Si preparano anche le sardine all’uso di Nantes, ma assi migliori di quelle preparate in quella città. Nella confezione delle sardine quegli  che eccelle presentemente su tutti gli altri  è il signor Giuseppe De Col da Milazzo… in tutta la provincia si mettono frutti  in conserva, in salamoia ed in aceto, ma pochi sono quelli che lo fanno a scopo industriale. Tra questi ci piace notare altra volta il nome del signor Giuseppe De Col da Milazzo. Egli mette in conserva, all’acqua zuccherata, in aceto, in salamoia, sott’olio, secondo i casi ogni specie di frutta e di verdura. Prepara anche dello eccellente estratto di pomidoro, assai migliore e più genuino di ogni altra parte d’Italia.”. De Col divenne  uno dei personaggi più importanti di Milazzo ricoprendo importanti  cariche: Presidente dei Circolo dell’Associazione Reduci delle patrie Battaglie residenti in Milazzo, consigliere  Comunale, nel 1882 per un breve periodo fu anche Sindaco f.f. .

Lo stemma dei De Col

Milazzo alla fine dell’800 arrivò ad avere ben 14 rappresentanze consolari. Il console titolare risiedeva a Messina, ma il grado di vice-console ricoperto a Milazzo era sinonimo di potere e  costituiva  un riconoscimento per le famiglie maggiorenti. Nel caso di De COL, nominato vice-console di Spagna, fu la conferma dei successi raggiunti negli affari e della notorietà conseguita.  Disponendo di capitali entrò a far parte di molte iniziative economiche anche in altri settori (molini e banche). A suggellare il  successo della famiglia (sposò una La Rosa di Milazzo)  fece realizzare  una elegante palazzina di tre piani che permase nella via Risorgimento (grosso modo di fronte all’attuale Farmacia Manicastri)  fino agli anni  ‘70. In alto sovrastava il balcone centrale lo stemma  di famiglia. Morì a Messina nel terremoto del 1908 insieme alla quasi totalità dei familiari. Le  salme recuperate tra le macerie di Messina furono traslate nel cimitero di Milazzo.

Pino Privitera

2 Commenti

  1. E poi vennero i piemontesi che spogliarono il meridione di tutti gli opifici, acciaierie, oleifici e relativi macchinari, trasferendoli al nord, annullando di fatto qualsiasi possibilità di ripresa e trasformando in colonia la nostra terra.

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