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martedì, 21 Gennaio 2025

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“Il conte di Montecristo” spopola in tv. Le “insinuazioni” che legano Milazzo e il romanziere Alexandre Dumas

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LA CURIOSITA’. Cosa lega Milazzo a “Il conte di Montecristo”? Dopo la miniserie andata in onda su Canale 5 qualche settimana fa, in questi giorni Rai 1 trasmette l’ennesima trasposizione del romanzo di Alexandre Dumas diretta dal premio Oscar Bille August. Il legame è proprio lo scrittore francese che fu al centro di una querelle con il milazzese Stefano Zirilli che contestò il resoconto che fece Dumas della battaglia avvenuta il 20 luglio 1860 a Milazzo tra Garibaldi e le truppe borboniche.

A ricordarlo è lo storico Massimo Tricamo che ha ricordato la vicenda sui social. «Il 28 aprile 1882 Stefano Zirilli, direttore della Biblioteca comunale di Milazzo di cui peraltro era stato il fondatore – ricorda Tricamo – richiese ai F.lli Treves in Milano il “Manuale di Storia Contemporanea” del tedesco Giorgio Weber, edito nel 1878. Ciò allo scopo di rimediare al danno all’immagine subito dalla città di Milazzo, viste le insinuazioni presenti nel volume a proposito di un atteggiamento filo-borbonico manifestato dai milazzesi in occasione della battaglia garibaldina del 20 luglio 1860. Insinuazioni non proprio del Weber, quanto piuttosto del suo traduttore Marco Antonio Canini.

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Ne scaturirono ben tre opuscoli dello Zirilli, di cui si ha traccia nella corrispondenza della Biblioteca anche in riferimento ai rapporti intercorsi coi tipografi che ne curarono la pubblicazione. Opuscoli, pubblicati tra il 1882 ed il 1884, posseduti oggi dalla nostra Biblioteca, così come il citato Manuale del Weber. Insinuazioni che ripresero in buona sostanza quelle raccolte anni prima dal celebre autore del Conte di Montecristo, il quale nell’opera “Les Garibaldins” ebbe a scrivere “Milazzo, ville peu patriote”, parole alquanto imbarazzanti, seppur seguite dalla prudente precisazione limitativa: “dit-on”, ossia “si dice”, “dicono”. Così ebbe a scrivere Stefano Zirilli:

«Il Dumas, che io conobbi personalmente in quella circostanza, che poi, finché visse in Napoli, fu sempre in relazione epistolare con me, fu bensì testimone oculare della giornata del 20 Luglio, ma da lontano, sopra un bastimento a più che prudente distanza, e poi ne scrisse molto inesattamente da poeta e da romanziere, raccogliendo anche lui dal fango le accuse lanciate contro il nostro paese da coloro che lo assassinarono per legittimar le loro gesta. Non nego che si leggano piacevolmente i suoi scritti, ma bisogna leggerli con molta diffidenza, massime quando vuole essere storico, egli nato Romanziere e Poeta» (dalla lettera inviata il 12 luglio 1882 da Stefano Zirilli a Giuseppe Lucifero Trigali di Palermo, che aveva appena inviato alla Comunale di Milazzo la richiesta copia de “Les Garibaldins” del Dumas, sino ad allora mai letta dallo stesso Zirilli).

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