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domenica, 20 Ottobre 2024

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Smaltiti illegalmente 55 tonnellate di rifiuti, coinvolta anche la “milazzese” Caruter srl

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La raccolta dei rifiuti sarebbe avvenuta senza effettuare la pesatura prevista, con l’annotazione arbitraria del peso e con documenti di trasporto che recavano dati falsi in relazione al produttore, alla quantità e alla tipologia. Violando l’obbligo previsto dal capitolato d’appalto di separazione dei rifiuti prodotti da ciascun Comune. Si tratterebbe di 55 tonnellate di rifiuti raccolti tra Terme Vigiatore, Rodì Milici e Castroreale che avrebbe consentito alle ditte di ottenere più rimborsi. Le ditte interessate dalla maxi operazione dei carabinieri gestita dalla Procura di Messina sono la “Caruter srl” (che opera anche a Milazzo) la “Onofaro Antonino srl” e la “Multiecoplast srl”. I loro rispettivi rappresentati legali hanno avuto notificati nella mattinata di ieri dai carabinieri tre provvedimenti cautelari di sospensione dall’esercizio dell’attività d’impresa per sei mesi, siglati dalla gip Leanza.

Si tratta di: Giuseppina Caruso, 60 anni; Claudio Onofaro, 46 anni; Luca Fiasconaro, 55 anni. Sono indagati per frode in pubbliche forniture e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Con la notifica di tre misure interdittive ad altrettanti imprenditori e una serie di sequestri preventivi tra complessi aziendali e quote societarie. Le imprese potranno continuare ad operare sotto la guida di un amministratore giudiziario.

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Il provvedimento cautelare – si legge in una nota – trae origine da un’attività investigativa condotta congiuntamente dai carabinieri di Barcellona e dal Noe di Catania, reparto specializzato alla tutela dell’ambiente, che ha permesso di individuare, a livello di gravità indiziaria, l’organizzazione da parte di tre ditte aggiudicatarie del servizio di raccolta dei rifiuti in alcuni Comuni della provincia messinese, che attraverso un collaudato sistema di gestione illecita del rifiuti, riuscivano ad abbattere, violando le norme in materia ambientale e le disposizioni del capitolato d’appalto, rilevanti costi aziendali, che sarebbero derivati dalle corrette procedure di raccolta, trasporto e smaltimento.

In particolare – prosegue la nota -, dalle investigazioni è emerso che la raccolta dei rifiuti sarebbe avvenuta senza effettuare la pesatura prevista, con l’annotazione arbitraria del peso e con documenti di trasporto che recavano dati falsi in relazione al produttore, alla quantità e alla tipologia, in tal modo violando l’obbligo previsto dal capitolato d’appalto di separazione dei rifiuti prodotti da ciascun Comune, necessario per determinare l’esatta quantità attribuibile al singolo ente.

I rappresentanti legali delle tre imprese, inoltre, con la complicità dei dipendenti, come documentato in diversi episodi, dopo aver eseguito la raccolta differenziata nei territori dei tre Comuni, avrebbero trasferito il contenuto complessivo nei compattatori destinati agli impianti di smaltimento, senza distinguere le diverse tipologie, tra cui quella relativa al rifiuti pericolosi.

È stata così accertata un’illecita miscelazione per oltre 55 tonnellate di rifiuti. Le condotte illecite avrebbero quindi consentito alle imprese di risparmiare sui costi di trasporto, dimostrando una produzione maggiore di raccolta differenziata in linea con gli standard imposti e facendo figurare, attraverso falsa documentazione, la regolare esecuzione del contratto di appalto.

Nel corso dell’indagine, nel 2021 e nel 2022, erano stati già sottoposti a sequestro preventivo alcuni centri comunali di raccolta e isole ecologiche della zona interessata, dove, tra l’altro, i carabinieri, anche con l’ausilio dei tecnici dell’Arpa, in occasione di varie ispezioni avevano rilevato diverse violazioni e irregolarità nelle attività connesse al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti.

I carabinieri hanno eseguito il sequestro preventivo dei complessi aziendali e delle quote sociali delle tre imprese coinvolte.

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