E’ possibile che il cimitero inglese sia grande 5 metri x 8 nonostante migliaia di soldati che all’inizio dell’800 popolavano Milazzo? Se lo chiedono la Società Milazzese di Storia Patria e la sezione di Milazzo di Italia Nostra, che in una nota congiunta inviata alla Sovrintendenza di Messina ed all’Amministrazione comunale, a seguito della notizia del «ritrovamento di evidenze del probabile cimitero inglese di circa ml 5 x 8» nell’area di cantiere posta ai piedi della cittadella fortificata, chiedono che «venga avviata una campagna di indagini archeologiche più approfondita, finalizzata a determinare con maggiore precisione la natura e l’estensione dell’area cimiteriale individuata. La definizione di “probabile cimitero” lascia aperti alcuni margini di incertezza che sarebbe utile chiarire attraverso un’indagine sistematica, anche al fine di identificare eventuali reperti che possano confermare in modo inequivocabile l’attribuzione del sito».
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«Un ulteriore aspetto che merita attenzione – proseguono i due sodalizi cittadini – riguarda la dimensione dell’area emersa, attualmente stimata in 5 x 8 metri. Considerando la presenza, nel cosiddetto “decennio inglese”, di circa 10.000 militari in città (tra il 1806 e il 1815), molti dei quali feriti in battaglia o colpiti da malattie letali, appare opportuno valutare se questa superficie sia effettivamente rappresentativa dell’intero luogo di sepoltura. È noto che i militari di fede non cattolica venivano inumati in un camposanto dedicato, il cosiddetto cimitero inglese, e che a Milazzo essi costituivano la maggioranza. Inoltre, un primo esame degli archivi parrocchiali ha già evidenziato il seppellimento nelle chiese cittadine di oltre venti militari cattolici di diversa nazionalità, arruolati nei reggimenti stranieri (Watteville, Royal Corsican Rangers, etc.) al servizio del sovrano britannico. Questo dato suggerisce che l’area identificata possa essere solo una parte di un complesso più ampio, ipotesi che meriterebbe ulteriori approfondimenti».
«Alla luce della straordinaria importanza archeologica del sito – concludono – riteniamo altresì auspicabile estendere le indagini anche a quote inferiori rispetto a quelle dell’area cimiteriale, considerando i numerosi rinvenimenti di età preistorica e classica documentati a Milazzo, dalle esplorazioni del compianto Bernabò Brea fino ai giorni nostri. La stessa cittadella fortificata ha già restituito materiali di epoche antiche, il che rende ancora più necessaria una verifica approfondita».