STAI LEGGENDO MILAZZO 24. La Cisl Fp Messina torna ad accendere i riflettori sul Pronto Soccorso dell’ospedale di Milazzo. “Non comprendiamo – spiega la Segretaria Generale della CISL FP Messina Giovanna Bicchieri – quale possa essere la ratio nel lasciare una moltitudine di infermieri esperti in emergenza urgenza del Pronto Soccorso di Barcellona, ormai chiuso da mesi, nei reparti dello stesso ospedale, dove di recente sono arrivati gli infermieri vincitori di mobilità interna che dovranno essere destinati alla unità operativa di Riabilitazione. E’ impensabile ed ingiustificabile a nostro giudizio che mentre gli operatori della struttura di Milazzo stanno letteralmente scoppiando, a causa del sovraccarico di lavoro, e la cittadinanza aspetta ore per ricevere assistenza per il numero elevato di accessi, a Barcellona vi sia personale altamente specializzato che soltanto occasionalmente riceve qualche disposizione di servizio. La gestione del personale di Palazzo Geraci – prosegue la Bicchieri – ci ha sempre lasciato forti perplessità, soprattutto quando come nel caso specifico, si è pensato bene di collocare gli infermieri neostabilizzati del pronto soccorso del Fogliani in altre sedi, dopo che da anni era stato formato per affrontare le situazioni gravi di primo intervento ed il CoVid».
Adesso al pronto soccorso di Milazzo a fronte di una dotazione organica che prevede 30 infermieri ve ne sono in servizio soltanto 23 di cui un coordinatore e cinque assenti a vario titolo. «Su queste scelte per noi discutibili chiederemo l’intervento degli organi istituzionali a tutela dei lavoratori e del diritto alla salute dei cittadini. L’esperienza maturata nei reparti di emergenza urgenza – precisa la Bicchieri – non può e non deve essere dispersa men che mai adesso che il CoVid sembra volere tornare a bussare alle nostre porte».
Oggi il pronto soccorso di Milazzo rappresenta l’unico servizio di emergenza urgenza di un territorio vastissimo. «Reputiamo tale situazione intollerabile, ancor più perché, pur segnalando la situazione da mesi, ad ora non abbiamo ricevuto il debito riscontro alle nostre numerose note e richieste. Perciò non faremo sconti e siamo pronti alla protesta se la situazione non verrà risolta nei prossimi giorni».