Il parroco della parrocchia di Santo Stefano Protomartire, padre Giuseppe Currò, ha scritto alla Curia di Messina per riconoscere “Beato” il giovane ministrante Francesco Davide Salmeri. Trentunanni il giovane milazzese, perse a vita a 15 anni, vittima di un incidente stradale sull’A20 dopo avere vissuto “in odore di santità”. Da anni su facebook esiste il profilo “Francesco Davide Salmeri: un santo tra di noi” con cui amici e parenti intendono far conoscere la figura di questo giovane.
«Chi lo ha conosciuto personalmente ne mantiene un vivo ricordo e sono convinto che questo giovane, nella sua breve ma intensa esistenza, dimostra segni evidenti di vita coerente al suo battesimo – scrive padre Currò al vescovo Mons. Giovanni Accolla a cui spetta il “nulla osta” – Le chiedo di poter istruire l’iter canonico per riconoscere e dimostrare la santità della vita di Francesco Davide attraverso l’esercizio delle virtù teologali».
Da molti viene attribuita la guarigione miracolosa di un giovane milazzese vittima pure lui qualche anno dopo di un gravissimo incidente con la moto. Il ragazzo si svegliò dopo 5 giorni di coma e dopo che la mamma, disperata, aveva messo l’immagine di Francesco, sotto il cuscino del figlio all’ospedale. Testimonianza, sottoscritta, firmata e depositata in Curia.
Della sua beatificazione si parla da anni ma fino ad oggi il percorso di beatificazione non è stato mai avviato.
Il vescovo di Messina Accolla nella sua ultima lettera pastorale dedica un paragrafo proprio a Francesco Davide, quale esempio di attaccamento alla fede e modello di ispirazione per i giovani, un po’ come fu per Carlo Acutis. Parole che hanno incoraggiato l’arciprete e la comunità. Padre Currò ha costituito nei giorni scorsi un gruppo di ministranti dedicato al giovane per ricordare la sua vita tutta spesa ad amare Dio e il prossimo.
Francesco Davide Salmeri è nato il 15 agosto 1977. A soli 7 anni chiese di poter servire in qualità di ministrante quel Gesù che gli piaceva tanto da ritenerlo l’amico più prezioso. Nel 1988, anno del centenario della morte di Don Bosco, conobbe la vita e rimase affascinato da quel prete che si era votato ai ragazzi coniugando santità e allegria. A Pasqua 1993 scrisse quasi profeticamente: «Adesso sono pienamente convinto che Dio nel suo immenso amore per me, mi farà morire, ma non peccare. Sì, io morirò giovane oppure diventerò sacerdote. È questo il mio futuro. Grazie a Lui, posso stare tranquillo: so che non smarrirò la via che conduce al Cielo». Parole quasi profetiche. Il 15 maggio di quell’anno la tragedia.
La Rosa Foundation, di cui mi onoro essere Presidente, apprezzando la lodevole iniziativa sosterà il postulatore della causa di beatificazione presso la Congregazione per la causa dei Santi