Palloncini rossi/blu all’ingresso del Duomo di Milazzo e centinaia di persone che si sono voluti stringere alle famiglie Scalzo/Nastasi. Alcuni indossavano magliette con la scritta: “Vivrai per sempre dentro di noi”.
Commozione e tanto affetto ai funerali di Alessandro Scalzo, il venticinquenne morto tragicamente in un incidente stradale nella notte tra giovedì e venerdì scorso, all’ingresso dell’asse viario di Milazzo (Piazza XXV Aprile). Si trovava a bordo della sua Benelli Trx quando si è scontrato contro un palo della pubblica illuminazione poco prima del semaforo (incrocio San Giovanni). A celebrare i funerali è stato padre Giuseppe Currò con padre Stefano Scalzo, cugino di Alessandro e parroco della Chiesa del Rosario che ha tenuto l’omelia.
“Ho cercato di rispondere ad una domanda della mamma: “perché me l’ha strappato?” – ha detto – Non c’è risposta a uno strappo così violento: è il cuore di una madre che muore”. Poi si è rivolta direttamente alla mamma che già qualche anno fa ha perso improvvisamente il marito Eugenio per una complicanza del covid. “La vita ti ha provato duramente. Non ti posso dire che questa è volontà di Dio. Nemmeno io lo comprendo. Ma Alessandro non è morto e risorto. È vivo. Tutti questi amici dimostrano quello che Alessandro ha seminato. E chi semina poi raccoglie”. Io credo che se Alessandro potesse parlare da questo microfono credo direbbe che la vita vale essere vissuta”. La sua missione non è finita ma continua in cielo. La sua presenza ora è dentro di noi”. Ogni volta che avete bisogno chiamatelo e con il suo sorriso vi risolleverà”.
Il corteo prima di raggiungere il cimitero ha raggiunto lo stadio Salmeri. Stamattina, alle 12,45 la salma di Scalzo, 3° ufficiale di coperta della Caronte & Tourist, è stata portata all’interno della nave traghetto Laurana, per l’ultimo saluto da parte dei suoi colleghi di lavoro e degli ultras del Milazzo di cui faceva parte, essendo un appassionato tifoso dei colori rosso/blu (sulla pagina fb di Milazzo 24 la diretta).
La procura di Barcellona ha disposto l’autopsia effettuata sabato mattina e sequestrato il mezzo su cui viaggiava. Ai carabinieri il compito di ricostruire la dinamica che ha portato Scalzo a schiantarsi.
Perché ai carabinieri e non alla polizia che ha effettuato l’inseguimento del povero ragazzo?