STAI LEGGENDO MILAZZO 24. Che fine ha fatto il progetto da 18 milioni di euro di trasformazione dei Molini Lo Presti? Tra l’inaugurazione di zampilli d’acqua e concerti in piazza in molti se n’erano dimenticati. Eppure dopo il finanziamento da 8 milioni di euro ottenuto nel 2021 dal Ministero delle Infrastrutture, il progetto della “Porta del Mare” da realizzare nell’ex opificio che si affaccia nel porto di Milazzo sembrava “ipotecato”, pronto ad essere annoverato tra i successi dell’amministrazione da tramandare ai posteri. Il problema è che la parola “ipoteca” è proprio la protagonista dui questa vicenda che – se in ballo non ci fosse un progetto da 18 milioni di euro (il resto della somma era a carico dei privati) – strapperebbe un sorriso anche tra i tavolini dello Scotch Bar, da sempre popolato dai politici locali.
Secondo quanto risulta a Milazzo 24, infatti, dopo avere ottenuto le somme del Ministero tramite i fondi Pac (Piano di azione e coesione), è venuto fuori che i Molini Lo Presti risultavano ipotecati e dunque non si poteva accedere a nessun finanziamento. Questione finita all’attenzione della Compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo che ha ricostruito, passo dopo passo, la singolare vicenda.
IL PIGNORAMENTO. La presentazione del progetto è avvenuta nel maggio 2021 in aula consiliare alla presenza del sindaco Pippo Midili e del presidente della Camera di Commercio di Messina Ivo Blandina. Diciotto milioni per recuperare i Molini Lo Presti e trasformarli in una “Porta del mare”, un’area di servizi turistici nella quale trasferire uffici portuali, realizzare una sala espositiva ma anche strutture ricettive e di ristorazione. Il Ministero delle Infrastrutture ha finanziato ai due enti quasi 8 milioni di euro, il resto della somma (10 milioni) era a carico del privato che sarebbe stato coinvolto nel progetto di partenariato da individuare con un bando.
Notizia che, evidentemente, aveva dato alla testa, e che aveva portato a tralasciare un piccolo particolare: i Molini Lo Presti risultavano pignorati dal 2019. Il vincolo era stato posto dal tribunale di Barcellona all’esito di un giudizio civile promosso dalla “R.t.i. Salvatore e Formica Orazio” per un credito vantato dopo la realizzazione di un’opera pubblica che le era stata appaltata.
L’ESPOSTO ANONIMO. Il cavillo è venuto alla luce dopo un esposto anonimo ricevuto dalla compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo che ha cominciato a indagare sulla vicenda. Il Ministero, così, ha chiesto delucidazioni al comune che, fino a quel momento non aveva mai preso in considerazione l’esistenza di una iscrizione ipotecaria risalente al 2019. Gli uffici di Palazzo dell’Aquila si sono giustificati spiegando che si trattava di un mero vincolo cartolare in quanto a causa del dissesto era stato bloccata la vendita di qualsiasi bene di proprietà dell’ente. Così, grazie alla disponibilità dei creditori, si è corsi ai ripari e messo a posto le carte. Risultato? Il comune di Milazzo in estate ha raggiunto l’accordo che prevede la rinuncia al vincolo ipotecario dell’ex Molino Lo Presti ma il passaggio dell’ipoteca ora grava sul palazzetto dello sport di via Valverde (oltre ai vincoli già esistenti nell’ex Mattatoio di Ponente e la scuola elementare di via Policastrelli).
Se il ministero manterrà il finanziamento rimane una incognita. Di certo l’euforia del 2021 è smorzata. E come ha cantato Arisa in Marina Garibaldi per la festa patronale….“è arrivata la notte”.
Ignoranza, incompetenza, incapacità? oppure….?
Iniziano a venire fuori i primi scheletri…..si sentono le elezioni avvicinarsi….
L’esposto anonimo è sicuramente fatto da qualcuno che ambisce a fare il sindaco, in modo da mettere lui le mani nella marmellata, come hanno fatto altri in passato, ma purtroppo non sono stati condannati per decadenza dei termini e no per non avere commesso il fatto. I politici a Milazzo sono questi.