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lunedì, 3 Febbraio 2025

Fondato da Gianfranco Cusumano

Milazzo, garantisce la mensa ai bimbi dell’asilo: l’ex sindaco Filippo Russo dopo 30 anni chiude l’odissea giudiziaria pagando 35 mila euro

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STAI LEGGENDO MILAZZO 24. A distanza di 30 anni dalla sua esperienza politica è stato costretto a pagare 35 mila euro di risarcimento. Tutta colpa di una delibera e del tentativo di non sospendere il servizio mensa per i bambini della scuola materna di via Impallomeni. Un lunghissimo e tormentato iter giudiziario che si è concluso nel peggiore dei modi per il professore Filippo Russo, sindaco di Milazzo, stimato uomo di cultura e noto per il suo rigore morale, raccontato in un libricino dal titolo “Il caso ex omni (1994 – 2024)” dato alle stampe per cristallizzare una vicenda che racchiude tutte le difficoltà che si devono affrontare nella gestione amministrativa di un comune.

Dopo l’assoluzione in primo grado sentenziata dal Tribunale di Barcellona e la condanna in Appello a pagare quasi 53 mila euro in solido assieme all’ex assessore alla Pubblica Istruzione Dario Russo, l’ex sindaco poteva ricorrere in Cassazione (come presumibilmente farà l’ex assessore), ma ha deciso di chiudere questa triste vicenda. Vicenda che ha segnato gli ultimi tre decenni costringendolo a rinunciare alla liquidazione incassata dopo una vita dedicata all’insegnamento pur di chiudere questa fase dolorosa della sua vita.

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«Non è stata una risoluzione semplice – spiega – ma ho deciso di comportarmi così per evitare ulteriori aggravi di spesa. Quanto accaduto sa di beffa. Basta leggere i documenti per comprendere come il nostro comportamento sia stato sempre ispirato al principio di rispetto di un bisogno primario della comunità, senza alcun tornaconto personale. Tutto ciò mi porta a concludere amaramente quanto possano essere rovinose le strade di amministratori quotidianamente impegnati a svolgere il mandato con assoluto spirito di servizio».

LA VICENDA. L’ex sindaco è stato costretto a risarcire la “Cooperativa Teatro nel Laboratorio srl” che aveva svolto un servizio di assistenza dell’asilo nido per conto del Comune in regime di proroga. Quella proroga che Russo concesse (periodo 1994/ 1995) dopo che il Coreco, l’organo che ai tempi era preposto alla verifica dell’attività gestionale degli enti locali, bocciò la delibera di affidamento del servizio votata a larga maggioranza dal Consiglio comunale. Una scelta dettata dalla volontà di mantenere il servizio per 60 bambini in attesa dell’espletamento e subentro della nuova ditta che si era aggiudicata il nuovo appalto. Due mesi di lavoro per i quali la cooperativa affidataria chiese il pagamento del dovuto pari a circa 100 milioni di lire rivolgendosi prima al Comune – che si oppose – e poi decidendo di perseguire personalmente chi aveva firmato le “carte” (oltre a Filippo Russo, anche l’assessore del tempo Dario Russo chiamandoli alla responsabilità in solido). Anche perché, particolare importante, il tentativo di far riconoscere il dovuto al Comune quale debito fuori bilancio, si arenò poiché il Consiglio respinse tale proposta ritenendo che l’ente non avesse una propria responsabilità nell’averlo determinato.

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LA TRANSAZIONE. L’anno scorso Russo ha deciso di rinunciare al ricorso in Cassazione e versare con atto transattivo che lo libera da ogni responsabilità circa 35 mila euro alla cooperativa a cui si aggiungono quasi 20 mila euro di spese legali sostenute negli anni compresi gli 11 mila versati al comune che in primo grado si era costituito parte civile.

L’ESCLUSIONE DEL COMUNE. Amaro il commento con cui conclude il libricino. «Vale la pena (svolgere il ruolo di amministratore, ndr) se è così pesante il tributo da pagare? – si domanda Filippo Russo – Non sarebbe opportuno “conciliare”, in assenza di dolo, il principio di responsabilità degli amministratori riguardo un servizio sociale con buone ragioni reclamato, al momento della interruzione, dai cittadini anche con eclatanti forme di protesta? Com’è possibile che il Comune, dopo avere usufruito del servizio e incamerato le rette dei genitori, sia uscito indenne da questa lunghissima e travagliata vicenda?».

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