STAI LEGGENDO MILAZZO 24. Che fine ha fatto il finanziamento da un milione di euro concesso dalla Regione al comune di Milazzo per riqualificare l’ex asilo Calcagno? A distanza di quasi due anni dal decreto nelle casse di Palazzo dell’Aquila non è stato trasferito nemmeno un centesimo. A sostenerlo è il consigliere comunale di “Sud Chiama Nord” Damiano Masisano che ieri mattina si è recato insieme ai colleghi consiglieri Lorenzo Italiano e Pippo Crisafulli all’ufficio di ragioneria del Comune di Milazzo per visionare gli atti del trasferimento del finanziamento. «Ci è stato riferito che la Regione non ha ancora trasferito le somme programmate per il progetto appaltato». Secondo quanto risulta a Milazzo 24 c’è stato un problema burocratico alla regione che sarebbe stato risolto con l’ultima manovra di bilancio regionale. Insomma, con ques’utlimo capitolo, l’appalto dell’ex asilo di Vaccarella si sta trasformando in una vera telenovelas.
Un appalto che rischia di approdare nelle aule di giustizia visto il braccio di ferro tra l’amministrazione Midil e la ditta “Sgro geom. Alvaro Daniele” di Maletto che si è aggiudicato l’appalto da 555 mila euro al netto del ribasso del 30,84%.
In un comunicato del comune di Milazzo del 13 novembre si legge che nel corso di una riunione operativa «è stato osservato» che «i lavori, appaltati lo scorso anno e che avrebbero dovuto concludersi tra qualche mese, non solo sono partiti in ritardo e proseguiti sporadicamente con pochi operai, ma praticamente risultano bloccati in modo arbitrario». Il comune, infatti, ha avviato l’iter di rescissione del contratto. Si vocifera che sia stata contattata la seconda classificata ma di infilarsi in questo ginepraio non ne vorrebbe sapere.
IL PROGETTO TOTALMENTE RIVISTO. In una nota del 4 dicembre scorso l’azienda catanese addebita «negligenza e superficialità della commettente» ed elenca una serie di mancanze: contesta la bozza di perizia di variante redatta unilateralmente che contiene modifiche sostanziali…e quindi sulla base di questa bozza di perizia non si dovranno più eseguire oltre l’80% dei lavori appaltati all’impresa e realizzare invece un’opera completamente diversa da quella appaltata». «Si precisa – continua la nota – che la committente ha sempre la facoltà di ingiungere e ordinare all’impresa qualsiasi esecuzione di lavori anche se non previsto nel progetto appaltato rispettando però i limiti del quinto d’obbligo».
IL MANCATO VERSAMENTO DELL’ANTICIPO ALLA DITTA. La ditta ha avviato ufficialmente il cantiere l’8 maggio 20203 ma il comune alla data del 4 dicembre – secondo la ditta Sgro – non aveva ancora fatto rimuovere i cavi elettrici lungo i prospetti esterni e versato l’anticipazione all’impresa (di solito il 20%) infatti è stato messo in mora l’ente comunale e in altra sede chiederà il risarcimento danni. A novembre, invece, ha richiesto (invano) alla direzione lavori l’emissione del 1° stato di avanzamento lavori. Quali lavori? L’appalto è stato assegnato senza avere fatto precedentemente i “saggi esplorativi” per verificare la stabilità delle fondazioni e delle pareti interne oltre ad indagare sulla presenza di reperti archeologici. Il nulla osta della Soprintendenza rilasciato dopo l’indagine ancora oggi sarebbe solo parziale.