E’ stato individuato e denunciato il diciassettenne che martedì pomeriggio ha aggredito un professore dell’Istituto tecnico Da Vinci di Milazzo. Lo studente avrebbe perso la testa dopo avere saputo della bocciatura ed ha raggiunto la scuola in cui si stavano tenendo gli scrutini. Pochi minuti prima erano stati convocati i genitori del giovane per anticipare la decisione del corpo docente.
Il professore è stato trasportato d’urgenza al Pronto soccorso dell’ospedale Fogliani ed è stato dimesso ieri dopo essere stato tenuto in osservazione la notte e una tac.
Il diciasettenne che frequenta la quarta classe di una delle sezioni del Da Vinci sarebbe stato denunciato d’ufficio dal commissariato di polizia, allertato a ridosso degli eventi dalla dirigente scolastica Stefania Scolaro, e con querela di parte del docente.
L’episodio ha creato ampia eco. Sull’argomento è intervenuto la senatrice Ella Bucalo (Fratelli d’Italia), membro della commissione Cultura del Senato e vice responsabile del Dipartimento Istruzione del Partito. . “I fatti accaduti a Milazzo e Palermo dove due docenti sono stati fisicamente aggrediti – scrive in una nota – accende prepotentemente i fari sul perpetrarsi sempre più frequente di episodi di violenza ai danni del personale scolastico. Casi, purtroppo non isolati che vanno espandendosi a macchia d’olio e davanti ai quali è necessario intervenire subito, in primis restituendo autorevolezza alla figura dei docenti, spesso delegittimatati e intimoriti. Bisogna poi che i ragazzi riflettano sulle conseguenze delle proprie azioni. A tal fine strumento fondamentale è la riforma del voto in condotta, in fase di approvazione definitiva alla Camera, che di fatto ridà peso al comportamento degli studenti nella valutazione complessiva e rende obbligatorie le attività di solidarietà sociale per chi compie atti illeciti. Bisogna intervenire non solo agendo a livello culturale sui ragazzi, ma anche sulle famiglie nel tentativo di ricucire quell’alleanza, quel patto, che è alla base di ogni progetto educativo. L’impunità non giova né ai ragazzi, né alle famiglie e né alle istituzioni scolastiche».
Non serve la denuncia d’ufficio, ma pene severe e buttare le chiavi! Sveglia ITALIA!
Appunto,pene certe e più severe