Sabato, 20 Aprile, alle ore 18,00, a Palazzo D’Amico (Marina Garibaldi) verrà presentato il Libro: “I sedici eroi di Premuda” Documenti e testimonianze sull’ardimentosa squadriglia dei MAS durante la Grande Guerra nell’alto Adriatico di Maria Giuseppina Rizzo di Grado e di Premuda, nipote dell’eroe Luigi Rizzo, edito dalla Lombardo edizioni.
L’evento è patrocinato dal Comune di Milazzo e organizzato dalla casa editrice milazzese. Alla presentazione parteciperanno: Pippo Midili – Sindaco della Città di Milazzo; Lydia Russo – Assessore ai Beni Culturali; Maria Giuseppina Rizzo; Antonio Lombardo, l’editore; Fabio Milazzo, storico.
La storia ci ha tramandato soprattutto i nomi dei Comandanti ma in pochissimi casi conosciamo le immagini o i nomi dei componenti degli equipaggi che hanno partecipato alle altre imprese dei M.A.S., quegli “uomini di cuore saldo, innamorati del proprio dovere, preparati a qualsiasi avventura, orgogliosi di poter imporre la propria forza e la propria superiorità, non con la massa bruta dei mezzi schiaccianti, ma con l’agile strumento che, meglio di ogni altro, interpreta e simboleggia lo spirito di iniziativa e audacia degli Italiani” come Luigi Rizzo descriveva gli uomini che prestavano servizio sui M.A.S.
L’impresa di Premuda ne è un esempio. Nonostante dal 1939 la data del 10 giugno sia stata scelta per celebrare la “Giornata della Marina Militare” per ricordare una delle più significative ed ardite azioni compiute sul mare durante la 1ª Guerra Mondiale, oltre al Capo Squadriglia Luigi Rizzo, imbarcato sul M.A.S. 15 comandato dal Capo timoniere di 2^ Classe Armando Gori ed il Comandante del M.A.S. 21 Guardiamarina di Complemento Giuseppe Aonzo, in pochissime occasioni, sono stati ricordati anche gli altri marinai dei due equipaggi.
«L’unico modo per far rivivere la memoria dei 16 di Premuda – spiega Antonio Lombardo – era ritrovare i loro discendenti e raccogliere le loro testimonianze sulla vita dei propri cari. Con la speranza che si lasci nel lettore il ricordo non solo degli atti di eroismo che i nostri marinai hanno compiuto durante la Grande Guerra, ma soprattutto il lato umano che ciascuno di loro ha dimostrato nella propria vita».