Se non verrà attuato presto un piano di riconversione la centrale A2 adi San Filippo del Mela rischia la chiusura. A sostenerlo Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, che hanno inviato un’altra richiesta, dopo quella dello scorso luglio, al prefetto di Messina , alle amministrazioni comunali di San Filippo del Mela e Milazzo, ed alla città metropolitana di Messina per fare fronte comune e chiedere l’attivazione di un confronto con A2A Energiefuture. A preoccupare è la naturale fuoriuscita dagli idrocarburi. Gli impianto della centrale, infatti, ancora funzionano con olio combustibile.
«I progetti di riconversione ambientale, tanto decantati dall’azienda in questi anni – si legge. – sono caduti ad uno ad uno, e sono rimaste in campo solo un paio di ipotesi, senza alcuna garanzia di fattibilità, che portano all’abbandono dal settore della produzione energetica ed alla scomparsa dei posti di lavoro. L’unico impegno assunto finora dall’azienda è stato quello di presentare, al tavolo nazionale con i sindacati fissato per la fine del prossimo mese, i risultati di un studio su possibili soluzioni.
I sindacati sostengono che «riconvertire un sito produttivo è compito che richiede chiarezza, tempi lunghi e risorse. Ed è logico quindi che in queste condizioni l’approssimarsi della fine del ciclo della produzione crei legittimi timori tra i lavoratori e porti alla protesta».
L’INTERVENTO DEL SINDACO GIANNI PINO. Il sindaco di San Filippo del Mela, Gianni Pino, però è più cauto: «La chiusura è improbabile – sostiene Pino a Milazzo 24 – l’iter del piano di riconversione presentato dall’azienda alla Regione continua ad andare avanti. Ci sono tempi tecnici che non dipendono dall’azienda. Parte delle autorizzazioni sono state acquisite, manca quella dell’impianto di biodigestione in fase finale. A non aiutare i conti dello stabilimento è la situazione di conflitto mondiale con i costi del combustibile aumentati significativamente».