Il responsabile dell’Associazione Medici ambientalisti (Isde) Peppe Falliti ha scritto una lettera aperta alla Procura di Barcellona chiedendo «alla Giustizia» – nel “Giorno della Legalità” – che «vengano verificate le denunce già presentate a tutela del bene storico monumentale di Milazzo prima che camion e ruspe rendano il Castello ulteriormente irriconoscibile».
Questo il testo integrale:
La distruzione in atto alla Cittadella fortificata di Milazzo (meglio nota come Castello di Milazzo) viola il “Vincolo di tutela monumentale” istituito con Decreto ministeriale del 26 aprile 1966 ed è in contrasto con l’articolo 35 delle Norme di Attuazione del Prg vigente che estende la zona A1 (monumentale) oggetto del vincolo fino a via Papa Giovanni XXIII. Il vincolo in questione è tanto diretto che indiretto perché i lavori risultano eseguiti all’interno dell’area della Cittadella, più precisamente nella zona della Trincea della fortificazione.
A nessuno risulta sia stata data l’autorizzazione paesaggistica prevista per LEGGE nel testo unico n. 490 del 1999 e nell’art. 10, comma 1, del Codice n. 42 del 2004 risultando un’autorizzazione archeologica poco o per nulla pertinente i lavori in atto. I lavori in oggetto non hanno avuto approvazione in Consiglio comunale e violano palesemente l’art 35 delle norme attuative del PRG di Milazzo. Trattandosi di BENE STORICO MONUMENTALE vincolato, la Direzione dei Lavori spetta all’architetto e non all’ingegnere perché la riserva di competenza degli architetti sussiste per ogni tipologia di intervento su immobili gravati da vincolo storico-artistico. E’ imprescindibile la qualificazione della impresa incaricata per la categoria OG2 che, come noto, attiene più in generale al restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela ai sensi delle disposizioni in materia di beni culturali e ambientali.
Muri di cemento armato, tonnellate di ferro, asfalto e calcestruzzo stanno occupando l’area del bene vincolato, da cui sono stati asportati senza alcun ritegno i materiali provenienti dal restauro del Castello stesso, per far posto ad un’area di parcheggio per bus turistici e camminamenti vari, la cui alternativa esiste, non risulta invasiva ed ha costi irrisori. L’area dei devastanti lavori si troverebbe sopra le “gallerie di contromina” della Cittadella fortificata e mina seriamente la stabilità delle mura della Cinta spagnola, tanto per l’attuale transito dei mezzi pesanti quanto per i materiali che si stanno utilizzando e per il pericoloso futuro eventuale utilizzo.
In una giornata come quella odierna, in cui si da risalto al comune intento di celebrare gli eroi che hanno perso la vita per costruire un Paese più giusto, nonché tutti i cittadini che, quotidianamente, non si arrendono alla prepotenza e ai soprusi mafiosi, facciamo appello alla Giustizia perché vengano verificate le denunce già presentate a tutela del BENE STORICO MONUMENTALE di Milazzo prima che camion e ruspe rendano il Castello ulteriormente irriconoscibile al mondo intero.
Il Dott.Falliti è il paladino delle cause perse . Sempre in prima linea con denunce che fino oggi non hanno sortito nessun effetto ma a lui non interessa l’esito basta mettersi in evidenza , tante volte la spiegazione l’abbiamo sotto il naso in questo caso il cognome è rivelatore , a rigettiti