UN PO’ DI STORIA. Nel 1828 veniva pubblicata a Milano “La nuovissima guida dei viaggiatori in Italia”, autore Pasquale Artaria, proveniente da una antica famiglia di editori. La guida, con carte e piante di città, venne aggiornata con diverse edizioni fino al 1848 e conteneva una descrizione dell’intero perimetro costiero della Sicilia. Nell’edizione del 1845, nella parte descrittiva della tratta da Palermo a Messina, veniva indicato che la “carrozzabile” finiva a Termini Imerese e che fino a Barcellona bisognava proseguire o a dorso di mulo o per mare.
La “carrozzabile” per Messina riprendeva a Barcellona. Seguivano brevi informazioni e descrizioni sulle città costiere tra cui Milazzo. La Sicilia borbonica aveva pochissime strade dove potevano transitare carrozze e carretti. Il messinese Pietro Vadalà fu probabilmente il primo ad organizzare in maniera regolare il servizio con carrozza da Messina a Barcellona e da Messina verso Milazzo. Il cambio dei cavalli avveniva presso la “stazione” sita in Spadafora di Scala dove vi era anche la barriera per il pagamento di un probabile pedaggio. L’avviso pubblico per i potenziali utenti del servizio LA DILIGENZA (riprodotto nella foto) reca la data del 9 Giugno 1841.
I posti per i passeggeri non erano più di sei. Il costo del biglietto era di 8 Tarì
La carrozza giungeva a Milazzo nei giorni di Lunedi, Mercoledì e Venerdì e ripartiva per Messina il Martedì, Giovedì e Sabato per il prezzo di 8 tarì. I posti per i passeggeri non erano più di sei, anche se esistevano modelli di diligenze a nove posti oltre a un eventuale posto a cassetta accanto al postiglione. La moneta dell’epoca il Tarì era a sua volta suddivisa in venti grana. Per avere un’idea nello stesso periodo (1838) nel regno borbonico il salario giornaliero di un contadino era di circa 20 grana, un fabbro e altri operai specializzati potevano arrivare anche a 30 grana; quindi per un biglietto sulla Diligenza per Messina servivano 6/7 giornate di lavoro in campagna. Certo il viaggio era un lusso: 1 rotolo di pane di circa 900 gr. costava 6 grana e per 1 kg. di carne ne servivano 16. Il viaggio era particolarmente rischioso e pericoloso sia per le buche della carrozzabile che per l’attraversamento dei fiumi e dei torrenti.
La “Cronica” del Regno delle Due Sicilie riferisce che il 25 Gennaio del 1842 proprio la Diligenza di Pietro Vadalà “nel traversare le acque del torrente Nucita (Niceto) si rovesciò per via delle acque oltremodo cresciute per le copiose e dirotte piogge e che … i viaggiatori che stavano per perire vennero salvati dai gendarmi in servizio presso la Brigata di Spadafora accorsi alle grida e anche la carrozza rovesciata venne salvata e trainata fuori dall’acque da dieci bovi…”.
Pino Privitera