STAI LEGGENDO MILAZZO 24. Tra il 2006 e il 2022, a Milazzo sono stati consumati ben 54 ettari di suolo: è come se in 16 anni fossero stati realizzati 13 Stadi Olimpici come quello di Roma. Questi sono i dati forniti da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che si occupa di monitorare annualmente l’evoluzione del consumo di suolo e le dinamiche di trasformazione del territorio in Italia. E nei prossimi anni si prevede un innalzamento ulteriore visto che i proprietari di un terreno alle spalle della scuola elementare Sacro Cuore che si affaccia sull’asse viario hanno vinto una causa decennale contro il comune di Milazzo e c’è l’intento dei privati di realizzare oltre 300 appartamenti.
Per consumo di suolo si intende la perdita di superficie originariamente agricola o naturale a causa della realizzazione di nuovi edifici, strade, piazze e tutte quelle strutture e infrastrutture che rendono il terreno impermeabile. A Milazzo, nel 2006, il suolo consumato era pari a 782,15 ettari, ossia il 31,87% della superficie comunale; nel 2022, il suolo consumato ha raggiunto gli 836,24 ettari, ossia il 34,07% della superficie comunale, con un incremento del 7% in 16 anni. In pratica, oggi più di un terzo della superficie di Milazzo è cementificata.
Tra il 2006 e il 2022, a Milazzo sono stati consumati ben 54 ettari di suolo: è come se in 16 anni fossero stati realizzati 13 Stadi Olimpici come quello di Roma.
Lo sviluppo urbano che ha subito la città è sotto gli occhi di tutti e i le ditte hanno potuto agire sotto la protezione di uno strumento urbanistico vetusto e di una legge regionale favorevole, il cosiddetto “Piano case” che fino all’anno scorso ha consentito – in sostanza – di eliminare edifici vecchi incrementando i volumi fino al 35% in più con opere sostenibili (la legge è stata ritenuta incostituzionale e non è più in vigore). Interventi che non hanno tenuto in alcun modo conto delle esigenze di vivibilità e benessere che una città moderna dovrebbe offrire.
Una delle regole urbanistiche più di tendenza negli ultimi anni è quella del “3 – 30 – 300” ideata dal professor Cecil Konijnendijk: 3 alberi in vista da ogni casa, 30% di spazi verdi e alberati in ogni quartiere, 300 metri di distanza dallo spazio verde più vicino.
Perchè no dal 2000?????