Era stato accusato di avere perpetrato una truffa ai danni di un residente alle isole eolie, poiché, nello svolgimento della sua funzione di intermediatore immobiliare, avrebbe acceso contratti di utenze, falsificando la firma, in nome e per conto del proprietario di un immobile a Milazzo.
All’udienza celebrata giovedì scorso, il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, nella persona del Giudice monocratico Giuseppa Abate, ha assolto dal reato di truffa il ragioniere Roberto Alein Caleca, difeso dagli avvocati Alfio Chirafisi e Maura Milioti.
La difesa ha dimostrato, non solo che Caleca fosse estraneo a qualsivoglia condotta di falsificazione ma che, soprattutto, quanto dichiarato dal denunciante eoliano non fosse assolutamente credibile. È infatti risultato – dalle dichiarazione fatte da un carabiniere chiamato a testimoniare – che la sottoscrizione dei contratti da parte dello stesso querelante è avvenuto tramite a mezzo mail, da account in uso a questi.
Per altro verso, più in particolare, il denunciante, prima dell’esame dibattimentale, non aveva mai spiegato per quale ordine di ragioni l’imputato avrebbe dovuto accendere dei contratti di forniture di servizi a suo nome, in una casa, peraltro, di sua proprietà, totalmente in disuso, definita dallo stesso inabitabile.
I legali di Caleca hanno definito “risibile” la ricostruzione del querelante visto che aveva poi affermato che l’imputato, abitasse in quella casa, carente dei principali servizi e in grave stato di carenza igenico sanitaria. Raffigurando, così, il sig. Caleca alla stregua di uno spiantato senza fissa dimora. La difesa, mediante produzione documentale, ha invece dimostrato che il ragioniere Caleca al tempo dei fatti, amministratore di una holding multinazionale, che fatturava cifre da capogiro con facoltà di disporre liberamente di riserve economiche liquide, a sei zeri.