LA LETTERA. La demolizione del “Villino Buccafusca”, la casa in stile Liberty al centro di polemiche dopo la sua demolizione e contestuale blocco dei lavori, ha suscitato tanta amarezza. Ma non come quella provata da Annalisa Drago Ferrante, nipote degli ex proprietari. Questo il suo ricordo inviato a Milazzo 24.
C’era una volta una bambina che adorava i suoi nonni. Si chiamavano nonno Nino e nonna Anna, o “i nonni Nini” come dicevano i cugini più piccoli per distinguerli dagli altri loro nonni, “i nonni Peppini”. La bambina amava i nonni e la casa in cui vivevano. Era una casa diversa dalle altre che conosceva, e non solo perché ci abitavano quei nonni a cui era tanto affezionata: era una casetta bassa, con i muri esterni di un bel rosso caldo e tanti fiori dipinti, le persiane di legno verde e le finestre alte, anch’esse di legno. Fuori, un giardinetto girava tutt’intorno alla casa, con alberelli che facevano sempre i loro tipici frutti, limoni, mandarinetti, fichi; c’erano anche diversi vasi sempre pieni di fiori che tanto piacevano alla nonna ma soprattutto le piante rampicanti con gelsomini odorosissimi … spesso i passanti si fermavano e chiedevano alla nonna: ” Signora, posso prenderne qualcuno? Sono così profumati!!”.

Ma la cosa più bella dell’esterno erano due bellissimi leoni di pietra, sdraiati sui gradini di marmo bianco all’ingresso: tutti i bambini volevano starci a cavalcioni e i cuginetti trascorrevano spesso là i pomeriggi d’estate, litigando per chi dovesse stare su quello di destra o quello di sinistra! Dentro, i pavimenti erano davvero singolari… la bambina non ne aveva mai visti di simili: sembravano dei mosaici, con tanti disegni che formavano come dei quadri diversi in ogni stanza. La mamma le aveva spiegato che erano pavimenti antichi, avevano più di 50 anni, per questo le sembravano così strani. E che dire della cantina e della soffitta dove i piccoli non potevano andare se non accompagnati perché la nonna aveva un timore matto che si facessero male? E i mobili? Ma dove li avevano presi? Anche questi erano così particolari perché li avevano intarsiati gli artigiani che lavoravano nell’ebanisteria del bisnonno.
Il nonno Nino da giovane aveva frequentato l’università fuori e ora aveva uno studio alla fine del corridoio: una stanza rettangolare, lunga, con una grande scrivania sempre stracolma di carte e un’altra piccola dove aveva la sua vecchia Remington e con la foto dei suoi nel negozio di legnami che campeggiava su una parete. Lui lavorava là dentro fino a tarda sera ma poteva sentire il cinguettio a volte assordante dei canarini che teneva nel corridoio… La bambina passava in quella casa quasi tutti i pomeriggi, dopo aver finito i compiti: là trovava i suoi cuginetti e gli zii, e non sarebbe mai voluta tornare a casa! Poi era cresciuta, ormai andava in giro con i suoi amici, aveva frequentato prima il liceo, poi l’università, e non ci andava più tanto spesso, anche se la nonna le telefonava sempre per sapere come andavano gli esami… Quando si sposò, fu in quella casa che scelse di vestirsi per il matrimonio, con la nonna che controllava tutto!! Poi nacquero le sue figlie e le foto più belle dei battesimi con bimbe, nonni e bisnonni furono scattate lì nel salotto!

Quando i nonni morirono, la casa rimase chiusa, nessuno ci abitò più, le piante sembravano aver preso il sopravvento; zii e cugini avevano portato con sé gli oggetti più belli, anche i due leoni… ma quella bambina ormai adulta spesso faceva vedere con orgoglio quella casetta che resisteva al tempo, così particolare, ai suoi ospiti stranieri e loro restavano meravigliati quando lei diceva: “Questa è la casa dove vivevano i miei nonni!”
Si arriva così alla fine di questa favola… La casa in questione è il Villino Buccafusca, sito in via Cumbo Borgia nel centro storico di Milazzo. Costruito nel primo decennio del 1900, era uno dei pochi esempi di stile Liberty rimasti nella cittadina, testimonianza della sua storia artistico-culturale. Tutti i milazzesi lo conoscevano e lo ritenevano parte integrante del loro vissuto, passato e presente. È stato abbattuto il 13 novembre 2024. Non ci saranno più turisti a percorrere quella via per trovare alla fine con sorpresa la casetta rossa dal tetto merlato circondata da palazzoni. In diversi messaggi postati viene ricordata come “la casa delle favole”… ora è rimasta la favola della casa.
Annalisa Drago Ferrante, nipote di Nino e Anna Buccafusca
Molto bello, ricco di struggente nostalgia. Dalla bellezza del “come eravamo” alla sofferta presa d’atto di come siamo diventati. Un monito per tutti…
Grazie per il pensiero a nome di tutti i figli e nipoti
Nn si doveva abbattere una così bella struttura,Ormai milazzo per me nn ha più il fascino di una volta😔
Grazie, Annalisa ,per aver condiviso i tuoi ricordi !
Non sono nata a Milazzo, ma ho scelto di viverci ,perché luogo di civile e armoniosa convivenza, in una cornice di bellezze naturali e artistiche .
Oggi , l ‘imbarbarimento cementizio…..
Veramente struggente…. Grazie del contributo! Peccato
Che tristezza non vedere più la casetta rossa, oltre ad essere bella ci portava indietro nel tempo a quando eravamo bambini….
Non capisco perché è stata rasa al suolo,
forse per fare sorgere un altro palazzone?
Perché il Comune non è intervenuto prima?
Adesso chi paga?
Certo è che stiamo distruggendo la nostra bella Milazzo.
Abito a Torino ma sono nata a milazzo.Mi chiedono sempre ,perché nn vai più al tuo paese?,io rispondo che nn vado perché li nn c più niente che mi ricordi la mia infanzia.😔buttare giù una casa così bella e assurdo.
Mmaah..?! Perchè non si poteva ristrutturare ? Probabilmente allora qualcuno deve costruire un B&B, ormai unica fonte di reddito del paese
Mio papà ha lavorato x19 anni all’istituto Inail di piazza Roma e io quando venivo a trovarlo facevo il giro dell’isolato per ammirare questo villino,che a mio modesto avviso non andava demolito,ma ristrutturato magari x farci un centro ricreativo x gli anziani della zona… Purtroppo le cose belle vengono demolite.
Sono di Messina e mia madre era di Milazzo. Quando ero piccolo venivo spesso a vedere i miei parenti a Milazzo. Ricordo.con nostalgia le strade che percorrevo con i miei cugini e ricordo questo villino e altri villini in stile Liberty. Mi chiedo, ma la sovraintendenza non è intervenuta? La città è molto cambiata direi in peggio. Anche a Milazzo come a Messina sono sorti i casermoni. Che tristezza!
Ho letto il commento degli ex abitanti della ” casa dellefavole:
Ne sono indignato
Di come si comportano le amministrazioni comunali
Ho sempre visto e rivisto questa zona che era’unica rimasta veramente storica in questa citta’
Ma badate bene
Questo sta accadendo in tutte le amministrazioni comunali
Anche a barcellona dove abito non c altro che dare permessi di demolizioni camuffati e mi rendo conto che vince il dio denaro perché costa meno il demolire che il
Risanare e quindi via ai demolitori
Vorrei che chi di dovere pubblichi il documento di sospensione dei lavori (?tardiva)…. peccato!