Sarà presentato alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria di Roma “Storie di paure che risuonano al vento” (Albatros) scritto dalla milazzese Angela Grasso. I libro, disponibile in tutte le librerie e siti specializzati on line, racconta frammenti di vita vissuta in cui il dolore e la paura intessono fili impalpabili che collegano diverse persone, unite in qualche modo nel soffrire. Paura che consente di trovare nel buio e nel baratro una scintilla che spinge a ripulirsi delle scorie dei sentimenti traditi. Il volume è stato già promosso dalla stessa autrice al Salone internazionale del libro di Torino.
«”Storie di paure che risuonano al vento” – spiega Angela Grasso laureata in Lettere e studi in filologia moderna – nasce con un intento di tipo sperimentale. Si tratta infatti di un romanzo breve che fonde insieme più generi: il racconto, il poemetto, il flusso di coscienza e la saga familiare».
Man mano che si procede con la lettura, infatti, l’opera si trasforma sotto gli occhi del lettore: il prologo, che rievoca il poemetto in prosa, si trasforma in pardigma allegorico del racconto successivo, e questi, procedendo, si trasforma in una catena narrativa che si risolve con l’ultimo capitolo-racconto. L’epilogo chiude il cerchio, ridefinendo la forma, smarrita lungo la lettura, del poemetto e della sua natura allegorica.
Ogni racconto- capitolo corrisponde ad una voce: la voce-personaggio. E’ dall’insieme di questo coro sussurrato che si ricava, a posteriori, la trama di una saga familiare, al cui c’entro vi è la figura di un uomo: un padre, un nonno; e della sua più grande paura: la paura della paura. Il panico, La morte, conseguenza naturale dell’essere vivi.
«Il vento, che compare nel titolo non è il vento del nulla – continua Grasso – bensì il vento del tutto; di un cosmo che sembra assordante e immenso Vuoto, e che invece, nel caos ha una logica per tutto. Ogni personaggio trova la sua fede nella vita, sebbene senza l’urgenza di passare attraverso il dialogo con Dio. Quanto, piuttosto, attraverso quello con l’Io. Da qui la necessità di indagare il sentimento della paura attraverso l’utilizzo del flusso di coscienza, di una prosa fortemente poeticizzata mediante l’uso della scrittura diaristica».