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sabato, 26 Ottobre 2024

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Milazzo, restituiti i beni valutati cento milioni alla famiglia Busacca. Cadono tutte le accuse. I dettagli

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STAI LEGGENDO MILAZZO 24. La Corte d’appello di Messina ha dissequestrato tutti i beni, stimati complessivamente in cento milioni di euro, a Pippo Busacca e ai familiari cointestatari di una serie di attività: si tratta in particolare dei figli Alessandro e Gianluca, dell’ex consigliera comunale di Messina Nora Scuderi e di Stefano Spinola. I giudici hanno anche revocato la misura della sorveglianza speciale di due anni per Busacca.

Il patrimonio era stato sequestrato nel 2021. Tra i beni spicca la sala ricevimenti Villa Hera di Milazzo e la cooperativa che gestiscel ‘istituto scolastico Sant’Ignazio a Messina. A questi si aggiungono altri immobili di pregio, sigle sociali e cooperative.

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La Corte d’Appello ha revocato la misura di prevenzione sostenendo che nel frattempo tutti i procedimenti penali, citati a suo tempo nel provvedimento di sequestro come ragioni alla base della misura, si sono chiusi con la sostanziale assoluzione di Busacca.

I difensori, gli avvocati Giovanni Cicala, Salvatore Silvestro, Pietro Ruggeri e Nino Favazzo, hanno sostenuto in aula la legittimità dell’acquisizione del patrimonio che secondo l’accusa era frutto di un business sospetto, ed i giudici hanno accolto totalmente l’impostazione difensiva. Anche il Procuratore Generale Giovanni Lombardo aveva sollecitato il dissequestro.

L’operazione “Hera” è scattata sulla scorta di una indagine nata dai rapporti tra Giuseppe Busacca e Santino Napoli, condannato nell’ambito di procedimenti legati al Clan dei Barcellonesi con l’accusa di “concorso esterno”.

«L’assenza di condanne di alcun genere a carico del proposto in sede di giudizio penale – scrivono i giudici – nè esercizio di azione penale in corso per reati rapportabili a profili di personalità “qualificamte” eventualmente attagliabili alla persona di Busacca Giuseppe, rendono evidentemente, quindi, come alcuna misura di prevenzione personale e reale, possa essere applicata al medesimo in base alle emergenze ed ai dati storico-fattuali addotti e riscontrabili nel presente provvedimento».

Anche le interecettazioni telefoniche e ambientali sono state ridimensionate. «Le riferite (e non dirette) esternazioni critiche di Busacca Giuseppe ritratte dalle captazioni fra il figlio e altro interlocutore appaiono più le preoccupazioni di un padre, anche ansiosoe con piglio da anzianocapitano d’impresa anche nei riguardi di figli ultratrentenni, che non quelle di un padrone occulto, pre ragioni in odore di delitto delle attività societarie».

Per quanto riguarda la Gab srl che gestisce Villa Hera, guidata dai figli…«appare anch’essa attinta solo da vaghi e pressochè impalpabili sospetti».

Sulle accuse relative all’enorme patrimonio accumulato da Giuseppe Busacca frutto di discussioni tra soggetti intercettati i giudici scrivono: «appaiono essere non solo ben poca cosa sotto il profilo indiziario, quanto piuttosto una sorta di malevole critica alle attività del Busacca ed al suo aver “fatto fortuna” in base a pregresse possidenze familiari con un tono più da invidiose comari di paese che non da soggetti realmente e direttamente informati sui fatti e concretamente fornenti materiale utile ad essere valutato come rilevante sotto il profilo indiziario».

Infine i rappoti con Santino Napoli. «Partendo da adombranti profili di vicinanza delittuosa alla persona di Napoli Santo…va ribadito come in atti, a parte una pressoche neutra telefonata captata (oltremodo datata e risalente al 30.11.2000) in cui i due si interfacciano per questioni riferibili alla società SEA Consulting, nonchè ad ulteriori contatti telefonici in base ai quai si presupporrebbe che il Napoli curi gli interessi del figlio, partecipe di una delle società gestenti alcuni locali di Milazzo e nelle Eolie attraverso acquisto di quote finanziato con proventi di attività illecite commesse dal medesimo padre, non vi siano sostanzialmente evidenze certe, ma neppure dotate di gravità, precisione e concordanza, attorno a spiccate cointeressenze fra i due e men che meno a “vicinanza” del Busacca ad ambienti di criminalità organizzata alcuni».

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